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Bitcoin e Blockchain

Il database su cui si basano le transazioni Bitcoin si chiama blockchain.

La sua originale e innovativa struttura, una sorta di libro mastro condiviso, gli consente di funzionare senza contare su alcuna autorità centrale fidata.

Comprendere come funziona è fondamentale per poter integrare Bitcoin con qualsiasi sistema informativo.

La nascita di Bitcoin può essere fatta risalire al 15 settembre 2008, un momento cruciale per il mondo finanziario: Lehman Brothers, all’epoca la quarta più grande banca di investimenti, è andata in bancarotta dopo un tracollo nel valore delle sue azioni e dei suoi beni.

Il suo collasso ha segnato l’inizio della Grande Crisi Finanziaria del 2008.

Poco tempo dopo, Bitcoin, un nuovo tipo di valuta virtuale, veniva lanciata da uno sviluppatore anonimo, o forse un gruppo di sviluppatori, di nome Satoshi Nakamoto.

Il software si basa su un libro mastro delle transazioni ad accesso pubblico, che è distribuito e convalidato da una rete di nodi indipendenti.

L’aspetto più importante è che la sua struttura è estremamente resistente agli attacchi.

Questo misterioso sviluppatore ha lanciato Bitcoin all’inizio del 2009. Codificato nel primo blocco di transazioni si trovava un messaggio molto importante considerando lo stato delle attività finanziarie globali a quell’epoca:

“The Times 03/Jan 2009 Chancellor on brick of second bailout for baks.”

Un titolo di “The Times” colto in un momento ben preciso, il 3 gennaio 2009: “il cancelliere è in procinto di salvare le banche per la seconda volta”.

Il primo blocco di transazioni, chiamato “blocco genesi”, ha segnato la nascita di Bitcoin, una nuova valuta digitale peer-to-peer.

Poichè il titolo citato è stato pubblicato da “The Times” il 3 Gennaio 2009, il messaggio dimostra che il blocco sia stato in effetti creato dopo quel momento.

Dal contenuto del commento sul fallimento del sistema del prestito di riserva frazionaria, possiamo farci un’idea della mentalità del suo sviluppatore, Nakamoto.

Per completezza, il sistema bancario a riserva frazionaria consente a una banca di prestare più denaro di quanto ne detenga effettivamente. L’attuale sistema finanziario accetta ampiamente questa pratica, quando la gestione sia controllata da una Banca centrale.

Il principale metodo di controllo impiegato dalla Banca centrale è rappresentato dai tassi di interesse.

Soprattutto, la valuta bitcoin e la sua tecnologia, la blockchain, è stata rilasciata in modalità open-source in tutto il mondo.

La blockchain Bitcoin ha rappresentato una soluzione al complesso problema di impedire una doppia spesa di una valuta virtuale distribuita.

La doppia spesa si verifica quando vengono accettate due transazioni la cui somma supera il saldo disponibile.

Fino a quell’epoca, il problema della doppia spesa non aveva una soluzione decentralizzata.

La soluzione ideata da Satoshi si basa sulla blockchain.

Satoshi Nakamoto

Satoshi Nakamoto è rimasto anonimo sin dal rilascio di Bitcoin.

Esistono tracce dei suoi messaggi di posta elettronica e sui forum fra la fine del 2008 e il 2010.

In questo periodo, Satoshi ha collaborato con gli sviluppatori per rilasciare il codice sorgente e risolvere i problemi di sviluppo.

Inoltre ha commentato i principali eventi finanziari come, appunto, il prestito a riserva frazionaria.

Così come è apparso Satoshi è sparito senza lasciare traccia.

Attualmente non sono disponibili molte informazioni su di lui. Ci sono teorie sulla sua identità, ma nessuna indicazione davvero conclusiva.

Per quanto possa essere misteriosa la sua figura, la sua eredità è rappresentata dal whitepaper Bitcoin.

Il Whitepaper

Il whitepaper Bitcoin è stato rilasciato in pubblico il 31 ottobre 2008, un paio di mesi prima del lancio della blockchain Bitcoin.

Nel whitepaper, Satoshi spiegava come la blockchain potesse supportare una valuta elettronica del tutto decentralizzata, indipendente da qualsiasi autorità centrale.

Ecco cosa scrive:

“Una versione completamente peer-to-peer del denaro elettronico dovrebbe permettere di effettuare pagamenti online, inviati direttamente da una parte all’altra, senza l’intervento di un’istituzione finanziaria.”

Il whitepaper fa riferimento ai problemi legati al fatto di contare su istituzioni finanziarie considerandole terze parti fidate per l’elaborazione delle transazioni.

In particolare menziona i costi legati alla mediazione di transazioni reversibili, che mettono il rivenditore a rischio da frodi, incrementando nel contempo il costo delle transazioni.

Il principale obiettivo del progetto era quello di garantire che il controllo del denaro sia in mano a chiunque possegga le chiavi.

Una situazione comune: un acquirente ordina un articolo da un venditore utilizzando una carta di credito.

Per tentare di frodare il venditore, l’acquirente può contestare il pagamento oppure sostenere che si tratti di un pagamento non autorizzato.

Con Bitcoin, invertire la transazione è impossibile.

Satoshi ha proposto una soluzione che conta su una prova crittografica. Le transazioni vengono firmate e distribuite su una rete pubblica.

La struttura prevede che le transazioni, irreversibili, vengano scambiate direttamente fra i nodi, senza un’autorità centralizzata di garanzia.

La soluzione si basa su un nuovo tipo di struttura dati chiamata blockchain.

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